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  • Comune di: Sesto Fiorentino
  • Organizzatore: CAI Sesto Fiorentino / C. La Fonte

L'anello del torrente Zambra

Lunghezza

5,50

Tempo di percorrenza
Durata

2

Dislivello
Dislivello

270

Difficoltà
Difficoltà

E

L'anello del torrente Zambra

Villa di Carmignanello
L’ex Monastero di Santa Maria Novella è un vasto edificio seicentesco di notevole valore artistico. L’originale edificio signorile di campagna, appartenuto alla famiglia Buoninsegni, nel 1609 passò in proprietà alla comunità ecclesiastica. Tra il 1610 e il 1620 i frati Domenicani lo fecero trasformare in monastero-residenza estiva completo di tutti gli elementi fondamentali: refettorio, celle per i frati, chiostro con due ordini di logge. Confiscato insieme ad altri beni della Chiesa durante la dominazione francese, nel 1816 fu acquistato dal marchese Carlo Leopoldo Ginori. Recentemente la proprietà è passata ad altri privati.

Chiesa di San Bartolomeo
Antica chiesetta dedicata a San Bartolomeo costruita interamente con il tipico filaretto di pietra alberese. Particolarmente suggestiva la piccola abside con la monofora centrale; mentre dall’altro lato c’è il piccolo ingresso sormontato da un finestrone circolare. L’esile campaniletto a vela la sormonta con la rozza semplicità della colonnina a stampella, elemento tipico dei più antichi campanili romanici. All’interno della chiesa, oggi chiusa da un cancellino, si può vedere solo lo sfondo azzurro lapislazzuli dell’abside e, sul lato destro, un affresco che rappresenta un frate barbuto con un mantello bianco che tiene nella mano destra un libro e nella sinistra un bastone, con ai piedi la testa di un animale, probabilmente un cinghiale.

Torre Medievale e Borgo di Carmignanello
Il piccolo borgo di Carmignanello è citato già in un documento del 1031. Era uno dei tredici popoli della podesteria di Sesto; dalle dimensioni modeste, poco più di 60 persone nel XV secolo, raccoglieva gli abitanti della val di Zambra tra Quinto alto e Fonte dei Seppi. Nella tozza mole di un fienile si riconosce la caratteristica struttura di una torre medievale. Sotto il cadente intonaco del complesso colonico che ha inglobato la torre appaiono le strutture della porta e delle strette finestre delimitate dai chiari conci di filareto in pietra alberese.

Il Ponte di Spartimoglie
Il curioso nome del “Ponte di Spartimoglie” (così registrato anche nella toponomastica ufficiale della Regione Toscana) deve la sua origine alla conformazione della strada. Il ponte si trova dopo una secca curva al termine di una breve ma ripida discesa... e quando il tratto di strada veniva percorso dai carri, si racconta che fosse difficile rallentare e facile sbandare, e se non si prestava attenzione il passeggero che stava al lato del guidatore, spesso la moglie, poteva essere sbalzato giù e ritrovarsi “spartito” sul greto del fiume.

L’acquedotto della Fonte Giallina
Dopo aver acquistato l’ex Convento di Carmignanello i Ginori realizzano nel 1818 una strada di collegamento con la Villa Ginori e la Manifattura di Doccia. Nasce anche l’acquedotto che con leggera pendenza porterà l’acqua della fonte Giallina verso Doccia. I resti dell’opera idraulica sono ancora osservabili ai margini della vecchia strada carrrozzabile. L’acqua della Fonte Giallina, insieme a quella della Fonte dei Seppi, ha sostenuto per quasi due secoli l’attività agricola della Villa Ginori e quella manifatturiera delle porcellane di Doccia. Alla fine dell’Ottocento nei pressi della Villa venne costruita una centrale idroelettrica per alimentare le attività della fattoria e della fabbrica di porcellane. Poco a valle della Fonte è possibile ammirare una suggestiva cascatella tra piante di capelvenere.

Il parco della Villa Ginori a Doccia
Ai piedi del Monte Acuto, su una pendice sassosa e scoscesa, tra il 1816 e il 1817, è stato realizzato un grande parco, circondato da un imponente muro in pietra di alberese lungo circa 5.500 braccia fiorentine (3.210 metri). Il tutto dominato da uno spettacolare viottolone di cipressi di più antica formazione, di proporzioni colossali e di suggestivo effetto, che conduce fino alla vetta del monte. Fino agli inizi del Novecento il parco ha ospitato un’importante e frequentata riserva di caccia dove, fra l’altra numerosa selvaggina, si trovavano anche molti caprioli. L’abbondanza delle acque, necessarie alla Villa e alle attività agricole e della Manifattura di Doccia, fu ottenuta convogliando le acque di varie sorgenti dal Rimaggio, dal Monte Acuto e da Carmignanello, con lunghissimi acquedotti per totali 9.400 braccia (5.500 metri circa).

Il Viottolone Ginori
La famiglia Ginori acquistò la Villa nel 1525 dai Della Tosa e fece realizzare il celeberrimo Viottolone nel Seicento: una larga e ripidissima strada sassosa delimitata da due file di cipressi che collega la Villa Ginori al Monte Acuto. Come se fosse un vero e proprio viale, sale per circa 500 metri di dislivello e una lunghezza di circa otto chilometri. Ben visibile da tutta la piana fiorentina, rappresenta un chiaro esempio dell’impatto dell’uomo sull’ambiente; si tratta probabilmente di un curioso intervento di ingegneria botanica all’interno di quello che sarebbe poi diventato un parco-giardino tra i più fastosi della zona. Una leggenda racconta però che il Viottolone sia nato per volere di un rampollo dei Ginori per far colpo su di una giovane Guicciardini che abitava nella villa più a sud. Secondo un’altra leggenda sarebbe stato invece costruito per permettere a un Ginori di raggiungere rapidamente una giovane contadina sua amante.

La piccola valle del torrente Zambra è scavata nella parte più meridionale del massiccio di Monte Morello, immersa in un paesaggio tipico da collina toscana. Lo Zambra è arteria fluviale antica e preziosa per il Comune di Sesto Fiorentino; una risorsa ambientale di particolare pregio e un luogo di testimonianza storica del rapporto tra l’uomo e il patrimonio “acqua”. Il percorso viene proposto con partenza alle spalle di Villa Ginori a Doccia, ma essendo un anello può essere iniziato da tanti altri punti, grazie alla connessione con la rete sentieristica del Cai già esistente. Nel tragitto è possibile godere di presenze ambientali e storico-culturali di grande pregio:

Il torrente Zambra e la sua valle
Il rio Zambra nasce nel gruppo montuoso di Monte Morello, poco al di sopra della Torre di Baracca e assume l’aspetto di torrente all’altezza della fonte Giallina. L’origine del nome viene attribuita agli etruschi: “zamera” o “sambra”, nome applicato a diversi torrenti, che significherebbe “fiume” o, più precisamente, “fiume dei morti”. Un’ipotesi confortata dalla presenza lungo il suo scorrere della necropoli villanoviana di Palastreto (risalente all’VIII secolo a.C.) e delle più note tombe a thòlos della Montagnola e della Mula, realizzate dagli etruschi alla fine del VII secolo a.C. Anche presso la necropoli etrusca di Cerveteri, in Lazio, esiste un omonimo torrente Zambra. Il percorso si ramifica tra vari viottoli e stradelle che, di volta in volta, si avvicinano al letto del torrente per permettere all’escursionista di ammirare i giochi dell’acqua: ripide cascatelle e solchi scavati nel giallo della pietra oppure placidi bozzi cristallini. Tutto intorno si possono ammirare boschetti di cerri e cipressi e piante di alloro e di pungitopo.

Il Ponte alle Volpi
Si tratta di un ponte molto antico, del quale non si conosce con esattezza l’origine, e neppure è facile dargli un’età, perché è stato più volte rimaneggiato nel corso dei secoli. Il primo documento ufficiale su cui compare il “Ponte alle Volpi” è la Carta dei Capitani di Parte Guelfa del XVI secolo, ma l’impianto della struttura è sicuramente assai più vecchio (forse addirittura risalente all’epoca etrusca o romana). Testimonia infatti un’antica viabilità a mezza costa, utilissima ad evitare la Piana, all’epoca paludosa e insalubre, per un tracciato che collegava da una parte le tombe monumentali della Mula e della Montagnola e dall’altra parte le tombe comuni della zona tra la Castellina e Palastreto, mantenendosi sempre in quota secondo un percorso agevole e rapido.

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